Commedia |
campane Inf. 22.7 (:). |
Il sost. ricorre in
Inf. 22.7 nella rassegna di segnali di incitamento per azioni militari, giostre o tornei che fa da commento allo sconcio richiamo di Barbariccia (vd.
trombetta). Per la funzione specificamente militare della
campana, che poteva porsi sul carro che seguiva l’esercito in guerra, cfr. già
Giovanni Villani (ed. Porta), L. 7, cap. 75, con richiamo alla Martinella fiorentina: «si ponea una campana in su l'arco di porte Sante Marie [[…]] e quella al continuo era sonata di dìe e di notte [[…]]. E chi la chiamava Martinella, e chi la campana degli asini. E quando l'oste de' Fiorentini andava, si sponeva dell'arco, e poneasi in uno castello di legname in su uno carro, e al suono di quella si guidava l'oste». Come osserva Settia,
«Quando con trombe e quando con campane», tale consuetudine cadde però in disuso «dopo il 1260 con la perdita del carroccio a Montaperti e la conseguente caduta del regime popolare; da allora fu il campanone installato sul palazzo del podestà ad avvertire dell’imminente uscita in campo» (p. 609).
Autore: Fiammetta Papi.
Data redazione: 23.12.2016.
Data ultima revisione: 09.05.2018.