Vocabolario Dantesco
caligine s.f.
Commedia 1 (1 Purg.).
Commedia caligine Purg. 11.30.
Unica occ. nelle opere dantesche, la caligine rappresenta l'ottenebramento causato dal peccato di superbia e dalle passioni terrene, il «sudicio sedimento del peccato» (Inglese, ad l.) che le anime del Purgatorio devono mondare («lavar le note che portar quinci», vv. 33-34). Già in Agostino, Psal. 101, 1, 4, la superbia è paragonata al fumo («vidit fumum superbiae similem, ascendentem, tumescentem, vanescentem»), come ricorda Daniello, ad l. Ma l'immagine della caligine come rappresentazione del peccato e dell'offuscamento che acceca la mente è topica (vd. TLL s.v. caligo 1) ed è ben att. anche nel Trecento; in partic., nel Trecento la caligine è utilizzata in senso fig. per indicare sia in gen. il peccato che ottenebra la mente, sia nello specif. il peccato di superbia (vd. TLIO s.v. caligine). Nella tradizione, caligine si alterna con il pl. le caligini.
Autore: Chiara Murru.
Data redazione: 02.10.2019.
Data ultima revisione: 21.07.2020.
1 Ottenebramento spirituale causato dal peccato di superbia (fig.) ||  Propr. offuscamento dell’aria prodotto da pulviscolo.
[1] Purg. 11.30: Così a sé e noi buona ramogna / quell' ombre orando, andavan sotto 'l pondo, / simile a quel che talvolta si sogna, / disparmente angosciate tutte a tondo / e lasse su per la prima cornice, / purgando la caligine del mondo.