Vocabolario Dantesco
brina s.f.
Commedia 2 (1 Inf., 1 Purg.).
Altre opere1 (1 Rime).
Commedia brina Inf. 24.4, Purg. 21.47.
Altre opere brina Rime 9.48.
Dal lat. pruinam col prob. influsso di bruma (DELI 2 s.v. brina). Brina ricorre a Purg. 21.47, in un'elencazione di fenomeni meteorologici terrestri (pioggia, grandine, neve e rugiada) che non hanno luogo nella montagna del Purgatorio (a differenza dell'Antipurgatorio, nel quale agisce ancora l'influenza terrestre), e a Inf. 24.4, dove si fa rif. a quella stagione dell'anno in cui la temperatura si fa più mite e la brina copre la terra, imitando la neve. Un'ultima occ. dantesca è infine in Rime 9.48, dove il fenomeno della brina segna l'arrivo dell'inverno, con la sua inclemenza (si tratta di «una rappresentazione convenzionale dell’avvicendamento fra stagioni che vede il sopraggiungere proprio della brina come l’agente primo e tipico dell’inverno», spiega Marrani, ‘Io son venuto al punto della rota’, p. 197).
Autore: Chiara Murru.
Data redazione: 02.09.2019.
Data ultima revisione: 30.06.2020.
1 Granelli di ghiaccio che si formano, a causa delle basse temperature, per congelamento e cristallizzazione del vapore acqueo o della rugiada.
[1] Inf. 24.4: In quella parte del giovanetto anno / che 'l sole i crin sotto l'Aquario tempra / e già le notti al mezzo dì sen vanno, / quando la brina in su la terra assempra / l'imagine di sua sorella bianca, / ma poco dura a la sua penna tempra, / lo villanello a cui la roba manca, / si leva...
[2] Purg. 21.47: Per che non pioggia, non grando, non neve, / non rugiada, non brina più su cade / che la scaletta di tre gradi breve...