Vocabolario Dantesco
ventre s.m.
Commedia 12 (8 Inf., 2 Purg., 2 Par.).
Altre opere4 (3 Conv., 1 Rime).
Commedia ventre Inf. 6.17, 13.14 (:), 20.46, 25.74, 29.67, 30.30, 30.123, 31.47, Purg. 19.32 (:), 32.45, Par. 23.104 (:), 33.7.
Altre opere ventre Conv. 1.2.7, 4.28.17, 4.28.17, Rime 9.54.
Il signif. maggiormente att. nella Commedia è quello di 'parte esterna del corpo corrispondente alla cavità che contiene l'apparato digerente' (signif. 1), ricorrente spesso entro la descrizione di personaggi dell'Inferno: ad es. è largo il ventre di Cerbero, custode del cerchio dei golosi (cfr. anche ED s.v. Cerbero), e grande è il ventre delle Arpie (già in Verg., Aen., III, vv. 216-217). La particolare pregnanza del sost. nell'occ. di Inf. 20.46 risiede nell'accostamento al verbo attergare (vd.): nella rappresentazione della fila degli indovini, infatti, i dannati procedono all'indietro, con il volto girato verso le reni («ché da le reni era tornato 'l volto / e in dietro venir li convenia», vv. 13-14), per cui Aronta, avanzando, indietreggia seguendo con le spalle il ventre di TiresiaVentre ricorre poi in contesto fig. a Purg. 32.45, nelle parole di Adamo: dopo aver mangiato dall'albero della scienza del bene e del male, il ventre si contorce per il dolore, poiché si torce al male («cioè poi che chi n'assaggia torce l'appetito suo al male», spiega già Francesco da Buti, ad l.). Per il signif. 1.1, rel. al ventre della «dolce serena» di Purg. 19.32, è utile ricordare, con Rebuffat, Nell'ora più fredda, pp. 307-308 (cui si rimanda anche per la bibliografia ivi citata) il rif. al ventre come «ricettacolo dell’immondo e del maligno»: infatti, se alcuni commentatori hanno chiosato diversamente l'occ. interpretando ventre come 'vulva' (Inglese, ad l., che riprende Sermonti; per la rappresentazione oscena della sozzura morale della donna tramite il fetore della vulva cfr. almeno No riconoscereste voi l'Acerbo di Rustico Filippi, in Marrani, I sonetti di Rustico Filippi, pp. 135-136), la lettura ofidica di Rebuffat consente di ricollegare l'immagine dantesca allo scritturale «supra pectus et ventrem tuum gradieris» e alla tradizione che ne deriva, e di identificare nel ventre della sirena quello del serpente diabolico, sede di lordura e peccato. Il «puzzo» che ne fuoriesce a seguito del gesto di Virgilio (anche «apria» del v. 30 è variamente interpretato, vd. aprire) ne è conferma, poiché nella tradizione agiografica il demonio è spesso smascherato proprio dall’insopportabile fetore che emana. Infine, ventre, che già nelle due occ. di Conv. 4.28.17 indica il grembo materno, è rif. al ventre della Vergine (signif. 2) nelle due occ. del Paradiso. Il sost. assume poi il signif. di 'parte più interna, profondità' a Conv. 1.2.7 («È loda nella punta delle parole, è vituperio chi cerca loro nel ventre») e indica in partic. le profondità della terra a Rime 9.54. Complessivamente, le occ. dantesche rientrano nell'uso del Due e del Trecento (vd. TLIO s.v. ventre).
Autore: Chiara Murru.
Data redazione: 29.07.2019.
Data ultima revisione: 11.01.2021.
1 Parte esterna del corpo corrispondente alla cavità che contiene l'apparato digerente.
[1] Inf. 6.17: Li occhi ha vermigli, la barba unta e atra, / e 'l ventre largo, e unghiate le mani; / graffia li spirti ed iscoia ed isquatra.
[2] Inf. 13.14: Ali hanno late, e colli e visi umani, / piè con artigli, e pennuto 'l gran ventre; / fanno lamenti in su li alberi strani.
[3] Inf. 20.46: Aronta è quel ch'al ventre li s'atterga, / che ne' monti di Luni, dove ronca / lo Carrarese che di sotto alberga, / ebbe tra ' bianchi marmi la spelonca / per sua dimora; onde a guardar le stelle / e 'l mar non li era la veduta tronca.
[4] Inf. 25.74: Fersi le braccia due di quattro liste; / le cosce con le gambe e 'l ventre e 'l casso / divenner membra che non fuor mai viste.
[5] Inf. 29.67: Qual sovra 'l ventre e qual sovra le spalle / l'un de l'altro giacea, e qual carpone / si trasmutava per lo tristo calle.
[6] Inf. 30.30: L'una giunse a Capocchio, e in sul nodo / del collo l'assannò, sì che, tirando, / grattar li fece il ventre al fondo sodo.
[7] Inf. 30.123: «E te sia rea la sete onde ti crepa», / disse 'l Greco, «la lingua, e l'acqua marcia / che 'l ventre innanzi a li occhi sì t'assiepa!». 
[8] Inf. 31.47: E io scorgeva già d'alcun la faccia, / le spalle e 'l petto e del ventre gran parte, / e per le coste giù ambo le braccia.
Apparato digerente (in contesto fig.)
[9] Purg. 32.45: «Beato sè, grifon, che non discindi / col becco d'esto legno dolce al gusto, / poscia che mal si torce il ventre quindi». 
1.1 Con rif. al ventre del serpente in quanto ricettacolo del male. ||  Cfr. Nota
[1] Purg. 19.32: L'altra prendea, e dinanzi l'apria / fendendo i drappi, e mostravami 'l ventre; / quel mi svegliò col puzzo che n'uscia.
2 Grembo sacro della Vergine Maria.
[1] Par. 23.104: «Io sono amore angelico, che giro / l'alta letizia che spira del ventre / che fu albergo del nostro disiro; / e girerommi, donna del ciel, mentre / che seguirai tuo figlio, e farai dia / più la spera supprema perché lì entre».
[2] Par. 33.7: Nel ventre tuo si raccese l'amore, / per lo cui caldo ne l'etterna pace / così è germinato questo fiore.