Vocabolario Dantesco
turgido agg.
Commedia 1 (1 Purg.).
Commedia turgide Purg. 32.55.
Att. solo nella Commedia e cit. nei commentatori. Latinismo da turgidus (DELI 2 s.v. turgido). L'attributo occorre in una perifrasi che indica la primavera e prepara la spettacolare visione della «pianta dispogliata» (v. 39) – l’albero del bene e del male – che rinverdisce improvvisamente (vd. anche pianta, coma). L’immagine della miracolosa rigenerazione e il cultismo richiamano in partic. il passo scritturale «et turgentibus gemmis eruperant flores» (Num. 18, 8), coerente col tono profetico dell’intera rappresentazione (ma cfr. anche, per es., Virg., Buc. 7, 48: «iam lento turgent in palmite gemmae»). L’agg. dantesco, che resta isolato nel panorama linguistico dell’it. antico (cfr. TLIO s.v. turgido), è per lo più chiosato dai commentatori attraverso le famiglie lessicali di gonfio o grosso (Ottimo, ad l.: «come li alberi nostri nelli loro frutti ingross[ano]»; Francesco da Buti, ibid.: «gonfiate le nostre piante» ecc.). A traducenti affini (gonfiato, enfiato) si affidano pure i volgarizzamenti coevi (cfr. Corpus CLaVo); così è reso, per es., il passo dei Num. già cit. in una traduzione tosc. della Bibbia (secc. XIV-XV): «e gonfiate le gemme aprivano li fiori» (ivi, vol. 2, p. 98.4).
Autore: Barbara Fanini.
Data redazione: 14.11.2017.
Data ultima revisione: 29.05.2018.
1 [Detto di una pianta:] gonfio (di linfa e di forza vitale).
[1] Purg. 32.55: Come le nostre piante, quando casca / giù la gran luce mischiata con quella / che raggia dietro a la celeste lasca, / turgide fansi...