Vocabolario Dantesco
attutare v.
Commedia 1 (1 Purg.).
Commedia attuta Purg. 26.72 (:).
Dal lat. tardo tutare 'spegnere', forse per il classico tutari 'proteggere' (cfr. FEW s.v. tutari, 13/2, 449a e REW 9018; ma di diverso avviso l'Ascoli, cfr. AGI 1, p. 36 n. 2, che ipotizza un lat. *tutare 'compiere, finire', da totus ridotto in tutus). In it. antico, il verbo ha il signif. proprio di 'spegnere' e, come nell'att. dantesca, il fig. 'attenuare, anche fino a estinguere (con rif. a un sentimento)'. La lezione si muta (Ash Co Eg Fi Ga Ham La Laur Lo Parm Pr Ricc Sa Tz Vat) dipende dall'alterazione di cuor in color dello stesso verso (per cui cfr. Petrocchi, Introduzione, p. 151), ma «all'intelligenza del passo sembra debba preferirsi s'attuta» (ibid., p. 211).
Autore: Francesca De Blasi.
Data redazione: 27.09.2018.
Data ultima revisione: 27.09.2018.
1 Pron. [Con rif. a un sentimento:] diminuire nell'intensità fino a svanire (fig.).
[1] Purg. 26.72: Non altrimenti stupido si turba / lo montanaro, e rimirando ammuta, / quando rozzo e salvatico s'inurba, / che ciascun' ombra fece in sua paruta; / ma poi che furon di stupore scarche, / lo qual ne li alti cuor tosto s'attuta, / «Beato te, che de le nostre marche», / ricominciò colei che pria m'inchiese...