Commedia |
torpente Par. 29.19. |
Prima att.
Latinismo da
torpens (su
torpere 'essere senza vita, insensibile'; DELI 2 s.v.
torpente). Con funzione agg., il part. è impiegato nel poema un'unica volta, con rif. a Dio e al complesso problema teologico del «prima» e del «poscia» (v. 20) della sua attività creativa. Dopo Dante il termine resta voce rarissima: un'occ. si rileva nelle
Esposizioni del Boccaccio, in un contesto autonomo rispetto al passo in esame («l'asino essere inerte, ozioso e torpente animale assai chiaro si conosce per tutti» ivi,
Inf. 3.52-69); un'altra è doc. nella
Deca terza di Tito Livio volg., dove tuttavia il ricorso al cultismo è evidentemente indotto dal testo lat. originale (vd. TLIO s.v.
torpente e
Corpus DiVo). L'attributo dantesco è per lo più chiosato dai commentatori con le alternative più familiari 'accidioso' e 'ozioso' («idest, accidiosus vel otiosus», Benvenuto da Imola,
ad l.) o 'pigro' (
Francesco da Buti,
ad l.). La rarità del cultismo sarà forse da porre all'origine della var.
torquente, recata dai codd. Co Eg, semanticamente inaccettabile.
Autore: Barbara Fanini.
Data redazione: 21.07.2020.
Data ultima revisione: 31.07.2020.