Etimo incerto. Al
franc. tappjan ‘tappare chiudere’ rinvia REW 8566 (e cfr. FEW s.v.
*tappjan, 17, 307a), che sopravvive nel fr. antico
se tapir ‘se cacher, se dissimuler’ (1155ca.,
TLFi s.v.
tapin),
tapin agg. e s.m. ‘mendiant, vagabond’ (1170ca,
TLFi s.v.) e nel
prov. tapin agg. ‘pauvre, indigeant’ (seconda metà sec. XII, Levy s.v.
tapin 8.58), da cui le forme italiane deriverebbero. Di diversa opinione Castellani,
Gramm. stor., pp. 207-209 (già DEI s.v.), che per it.
tapino rinvia al gr.
tapeinόs ‘umile, misero’, frequente in testi patristici, att. nel lat. mediev. dal sec. XI (DELI 2). In it. antico il vocabolo, e la sua famiglia lessicale, si attestano nel signif. proprio che fa rif. a una 'vita miserevole e raminga (specialmente da mendicante)' e quello estens. che fa rif. a una generale 'condizione di infelicità'; le prime att. della famiglia lessicale sono antiche (l’agg. verb.
tapinatu 'errante e mendicante' è nel
Ritmo di S. Alessio, dell’inizio del sec. XIII, cfr.
Corpus OVI) e proprie della lirica (cfr.
Corpus LirIO). La tradizione manoscritta attesta anche le forme del tipo
taupino, dovute a «un’interferenza di
talpa >
taupa che parrebbe essersi prodotta per influsso del fr. ant.
se tapir ‘nascondersi’» (Castellani,
Gramm. stor., p. 207). Il
Fiore documenta
tapina ‘infelice’ 181.3 e
tapini ‘dimessi’ 132.4; e inoltre il verbo
tapinare nella forma
'n tapinando 'elemosinando' (
Fiore 89.6;
en tapinage nel
Roman de la Rose 12041 che, considerato il contesto, «si tradurrebbe 'in abito di pellegrino, in schiavina'» Formisano
ad l.) e il derivato
tapinatore ‘simulatore, imbroglione’ (
Fiore 134.14).
Autore: Francesca De Blasi.
Data redazione: 27.09.2018.
Data ultima revisione: 27.09.2018.