Vocabolario Dantesco
accoppiare v.
Commedia 2 (1 Inf., 1 Purg.).
Commedia accoppia Inf. 23.8 (:); accoppio Purg. 16.57 (:).
Formazione parasintetica su coppia (DELI 2 s.v. accoppiare; DEI s.v. rimanda, invece, al lat. volg. *adcopulare), il verbo ricorre sempre in rima, in partic. in rima ricca (non derivativa), con scoppia (vd.) a Inf. 23.10 (cfr. Inglese ad l.). Il signif. principale di 'mettere in relazione, accostare', che si trova a Purg. 16.57, è esplicitato dalla glossa di Benvenuto da Imola («idest, copulo et coniungo») e di Francesco da Buti («accosto li du' dubbi insieme»), che lo estende anche all'occ. di Inf. 23.8 («cioè se ben s'accosta»), dove il verbo porta piuttosto il signif. di 'mettere insieme per confronto', come si legge ancora in Benvenuto da Imola («idest, bene copulantur et conferuntur»).
Autore: Veronica Ricotta.
Data redazione: 28.06.2018.
Data ultima revisione: 04.05.2020.
1 Mettere in relazione, accostare.
[1] Purg. 16.57: Prima [[il dubbio]] era scempio, e ora è fatto doppio / ne la sentenza tua, che mi fa certo / qui, e altrove, quello ov' io l'accoppio.
1.1 Mettere insieme per confronto.
[1] Inf. 23.8: ché più non si pareggia 'mo' e 'issa' / che l'un con l'altro fa, se ben s'accoppia / principio e fine con la mente fissa.