Vocabolario Dantesco
serpente s.m.
Commedia 12 (8 Inf., 4 Purg.).
Commedia serpente Inf. 17.12, 24.98, 25.50, 25.91, 25.98, 25.104, Purg. 8.39, 8.107, 32.32, 33.34; serpenti Inf. 20.44, 24.83.
Dal lat. serpens (DELI 2 s.v. serpente), nella Commedia il sost. è att. con il suo signif. propr. in quasi tutte le occ. dell'Inferno e del Purgatorio, al pari di serpe (vd.) è associato alla simbologia del male. Per l'occ. di Inf. 17.12 occorre tener conto della rappresentazione della parodia trinitaria su cui si costruiscono le immagini del male nell'Inferno, per cui il corpo di Gerione è rappresentato con un serpente, dalla faccia umana e dalle branche (vd. branca) di bestia terrestre (cfr. Ledda, Il bestiario dell'aldilà, p. 107). Poiché l'immagine del serpente è tradizionalmente associata all'inganno (cfr. Gn. 3.1. : «[il serpente] è la più astuta di tutte le bestie selvatiche»), buona parte delle occ. si concentrano nella settima bolgia dove sono puniti i ladri (Inf. 25.91, 25.98, 25.104), la cui rappresentazione è legata al tema della metamorfosi; lo stesso vale anche Inf. 20.44, che richiama alla doppia trasformazione di Tiresia, per cui «duo...coeuntia...corpora serpentum baculi violaverunt ictu» (Ovidio, Met. III 324-325). Partic. cruenta è l'occ. di Inf. 24.98: l'animale si avventa al collo di Vanni Fucci provocandone il repentino incenerimento (vd. fenice e rel. Nota), perché il suo veleno «ita forte et ardens est quod ignem adurit inferni» (Liber Scalae cit. da Ledda, Ivi, p. 115). Nelle occ. di Purg. 8.39, 8.107, 32.32 è evidente il richiamo biblico, con rif. al serpente tentatore della Genesi (cfr. Gn. 3; vd. anche avversario (vd.)). In partic. nell'occ. di Purg. 32.32 ritorna ancora la relazione tra il serpente e il ladro, quale sovvertitore e violatore delle leggi umane e divine, mentre in Purg. 33.34 il sost. è usato per indicare il drago (vd.), con rif. al draco magnus dell'Apocalisse, animale allegorico con sette teste di serpente che si avventa sul carro simboleggiante la Chiesa militante in trionfo durante la processione mistica (cfr. ED s.v. processione mistica). Infine, sempre nella settima bolgia, in Inf. 25.50 il sost. è att. nell'espressione serpente con sei piè con rif. alla trasformazione di Cianfa Donati: l'impiego del termine è qui generico per intendere un rettile fantastico a sei zampe, ovviamente estraneo alla famiglia degli ofidi (cfr. Bellomo ad l.).
Autore: Elena Felicani.
Data redazione: 30.04.2021.
Data ultima revisione: 22.12.2021.
1 [Zool.] Rettile della famiglia degli ofidi, tipicamente caratterizzato dall'assenza di zampe.
[1] Inf. 17.12: La faccia sua era faccia d'uom giusto, / tanto benigna avea di fuor la pelle, / e d'un serpente tutto l'altro fusto...
[2] Inf. 20.44: Vedi Tiresia, che mutò sembiante / [...] e prima, poi, ribatter li convenne / li duo serpenti avvolti, con la verga, / che rïavesse le maschili penne.
[3] Inf. 24.83: e poi mi fu la bolgia manifesta: / e vidivi entro terribile stipa / di serpenti, e di sì diversa mena / che la memoria il sangue ancor mi scipa.
[4] Inf. 24.98: Ed ecco a un ch'era da nostra proda, / s'avventò un serpente che 'l trafisse / là dove 'l collo a le spalle s'annoda.
[5] Inf. 25.91: Elli 'l serpente e quei lui riguardava; / l'un per la piaga e l'altro per la bocca / fummavan forte, e 'l fummo si scontrava.
[6] Inf. 25.98: Taccia di Cadmo e d'Aretusa Ovidio, / ché se quello in serpente e quella in fonte / converte poetando, io non lo 'nvidio...
[7] Inf. 25.104: Insieme si rispuosero a tai norme, / che 'l serpente la coda in forca fesse, / e 'l feruto ristrinse insieme l'orme.
[8] Purg. 8.39: «Ambo vegnon del grembo di Maria», / disse Sordello, «a guardia de la valle, / per lo serpente che verrà vie via».
[9] Purg. 8.107: Sentendo fender l'aere a le verdi ali, / fuggì 'l serpente, e li angeli dier volta, / suso a le poste rivolando iguali.
[10] Purg. 32.32: Sì passeggiando l'alta selva vòta, / colpa di quella ch'al serpente crese, / temprava i passi un' angelica nota.
1.1 [Zool.] Animale fantastico simile a un rettile serpiforme, dotato di sei zampe.
[1] Inf. 25.50: Com' io tenea levate in lor le ciglia, / e un serpente con sei piè si lancia / dinanzi a l'uno, e tutto a lui s'appiglia.
2 [Zool.] Lo stesso che drago (rif. al draco magnus dell'Apocalisse).
[1] Purg. 33.34: Sappi che 'l vaso che 'l serpente ruppe, / fu e non è; ma chi n'ha colpa, creda / che vendetta di Dio non teme suppe.