Commedia |
4 (3 Inf., 1 Par.). |
Commedia |
artigli Inf. 13.14, 22.137, 30.9 (:), Par. 6.107 (:). |
L'esito
artiglio, dal lat.
articulus (LEI s.v., 3, 1485.29), è ritenuto da REW 687, DEI e DELI 2 s.v., un
gallicismo connesso al prov.
artelh o al fr.
arteil 'alluce' (cfr. anche Rohlfs, § 248). Castellani, sulla base di considerazioni semantiche, nega invece la possibilità del prestito e riconduce l'evoluzione fonetica non toscana a un influsso it. nordoccidentale (cfr. Id.,
Gramm. stor., p. 113; cfr. anche Cella,
I gallicismi, p. 21). Con valore propr. (§
1), il sost. occorre nella
Commedia in rif. alle unghie affilate di due creature infernali: i diavoli di Malebolge – assimilati, del resto, a uccelli rapaci («Ma l'altro fu bene sparvier grifagno / ad artigliar ben lui [[...]]»,
Inf. 22.139-140; vd. anche
artigliare) – e le «brutte Arpie» che infestano la selva dei suicidi. Hanno poi «dispietati artigli» (
Inf. 30.9) le mani violente di Atamante, rivolte, per improvvisa follia, contro la moglie e i figli. Nell'unica occ. paradisiaca (§
1.1), il sost. è impiegato nel solenne ammonimento di Giustiniano con rif. a quel sacro «segno» (
Inf. 13.11) – l'aquila imperiale – in nome del quale si scontrano guelfi e ghibellini.
Autore: Barbara Fanini.
Data redazione: 26.11.2019.
Data ultima revisione: 20.12.2019.