Commedia |
arruncigliarmi Inf. 21.75; arruncigliò Inf. 22.35. |
Inf. 21.75: ronciglarmi Co, roncigliarmi Mart, roncilliarmi Triv, runcigliarmi La Pr.
Prima att. Parasintetico da
runciglio (vd.) di
conio dantesco, il v. non ha avuto molta fortuna ed è att. fino al XIV secolo in quattro occ., due delle quali sono commenti alla
Commedia (cfr. TLIO s.v.
arruncigliare). In generale, la maggior parte dei commentatori di Dante registra la forma
arroncigliare (vd.) (es.
Francesco da Buti;
Anonimo). Il v., fortemente espressivo, rende tutta l'intensità dell’azione compiuta dai diavoli nell'afferrare qsa con i roncigli. In
Inf. 21.75 il v. è usato in funzione pron. con il signif. di 'infilzare', che descrive ancor più la brutalità dell'azione (cfr. Inglese,
ad l.).
Varianti. Le var. in luogo di arruncigliarmi (Inf. 21.75) sono giudicate «quasi tutte accettabili (d'arr- o da r-)» da Petrocchi, il quale sottolinea la ricorrenza della scrittura continua, che ostacola il riconoscimento delle singole unità lessicali. Nella trascrizione data in apparato dallo stesso Petrocchi il tipo roncigliarmi/runcigliarmi (vd. TLIO s.v. roncigliare) è identificato come autonomo in Co, La, Mart, Pr, Triv.
Autore: Elena Felicani.
Data redazione: 07.04.2021.
Data ultima revisione: 22.07.2021.