Vocabolario Dantesco
ariete s.m.
Commedia 1 (1 Par.).
Altre opere5 (4 Conv., 1 Rime).
Commedia Arïete Par. 28.117.
Altre opere Ariete Conv. 3.5.8, 3.5.13, 3.5.14, 3.5.18, Rime 9.41.
Dal lat. aries (LEI, s.v. aries, 3, 1148.1). L'ariete è costellazione e segno zodiacale, presente nella Commedia anche con il sinon. montone (vd.). L'unica occ. di ariete nella Commedia è a Par. 28.117, entro una delle numerose perifrasi astronomiche dell'opera. La «primavera sempiterna che notturno Arïete non dispoglia» è l'eterna primavera del Paradiso, che non conosce autunno: la costellazione dell'Ariete, infatti, congiunta col sole in primavera, è visibile di notte nella stagione autunnale («la stagione in cui la costellazione dell'Ariete è meglio visibile nel cielo notturno», glossa Inglese ad l.); con questa perifrasi si indica dunque una primavera imperitura, che l'autunno non fa mai sfiorire. Ariete ricorre poi una volta nelle Rime («Passato hanno lor termine le fronde / che trasse fuor la vertù d'Arïete / per adornare il mondo») a indicare l'inizio della primavera, e quattro volte nel Convivio: le occ. si concentrano nel terzo trattato, dove Ariete ricorre, insieme a Libra, a indicare gli equinozi (rispettivamente, l'equinozio di primavera e d'autunno).
Autore: Chiara Murru.
Data redazione: 02.09.2019.
Data ultima revisione: 25.02.2020.
1 [Astr.] Costellazione e primo segno dello zodiaco.
[1] Par. 28.117: L'altro ternaro, che così germoglia / in questa primavera sempiterna / che notturno Arïete non dispoglia, / perpetüalemente 'Osanna' sberna / con tre melode, che suonano in tree / ordini di letizia onde s'interna.