Vocabolario Dantesco
rifigliare v.
Commedia 1 (1 Purg.).
Commedia rifiglia Purg. 14.115 (:).
Prima att. Formazione da figliare (vd.) «con prefisso iterativo» (Viel, «Quella materia ond'io son fatto scriba», p. 342). In Purg. 14.115 è att. con il signif. propr. con rif. alla famiglia dei Malvicini, conti di Bagnacavallo, che dal 1300 non avevano più discendenza maschile per continuare la dinastia (cfr. Chiavacci Leonardi, ad l.) Il verbo, raro nel Trecento, è poi att. in sole tre occ. in contesto fig. nel senso di 'rinnovare o rinnovarsi continuamente' nei testi di Tommaso di Giunta e Franco Sacchetti (cfr. TLIO s.v. rifigliare): in partic., come nota Viel (ibid.), la terna di rime dantesche famiglia rifiglia s'impiglia (Purg. 14.113-117) è poi ripresa da Sacchetti (rifiglia ciglia s'apiglia) e nelle Rime di Tommaso di Giunta (ciglia argiglia rifiglia) (cfr. Viel, ibid.).
Autore: Elena Felicani.
Data redazione: 26.04.2021.
Data ultima revisione: 29.10.2021.
1 Rinnovarsi nei figli (per perpetuare una stirpe).
[1] Purg. 14.115: Ben fa Bagnacaval, che non rifiglia; / e mal fa Castrocaro, e peggio Conio, / che di figliar tai conti più s'impiglia.