Vocabolario Dantesco
ribaldo s.m.
Commedia 1 (1 Inf.).
Altre opere3 (3 Fiore).
Commedia ribaldo Inf. 22.50 (:).
Altre opere ribaldi Fiore 152.5; ribaldo Fiore 154.1 (:), 192.6.
Gallicismo dal fr. antico ribaut ‘soldato di bassa condizione, uomo depravato e dissoluto’, a sua volta di origine germ. (cfr. a. a. ted. riban ‘essere in calore’ e riba ‘donna di malaffare’: Nocentini e DELI 2, s.v. ribaldo; Viel, Gallicismi, p. 252). Già att. nel lat. mediev. anche come antrop. (cfr. Larson, p. 532), il termine passa al volg. fin dal sec. XIII (cfr. TLIO, s.v. ribaldo), mantenendo una connotazione neg. ora rif. all’ambito militare, ora generic. intesa (‘uomo di bassa condizione, che vive di espedienti, furfante’). Nell’unica att. della Commedia, è epiteto che il barattiere Ciampolo di Navarra attribuisce al padre che, com’è storicamente appurato da Barbi, condusse una vita dissipata, dedita al gioco e alle gozzoviglie (cfr. ED, s.v. ribaldo). Gli antichi commentatori non hanno difficoltà nella comprensione e confermano l’interpretazione proposta, sia attraverso l’uso libero del termine in altro contesto (si veda Benvenuto da Imola che definisce ribaldus il beone Biondello nel commento a Inf. 8.41-42) sia attraverso la falsa etimologia addotta dal Buti ad l. («ribaldo, tanto è a dire, quanto rio baldo; cioè 'ardito', 'rio uomo', e non si dee intendere però che fosse nato, se non legittimamente: però che delle grandi donne alcuna volta si maritano ai tristi uomini»). Nel Fiore, alle tre occ. di ribaldo, mutuate dal testo della Rose e interpretate anch’esse nel senso di ‘mascalzone’, si aggiunge il derivato ribalderia ‘gozzoviglie’ 193.8 (corrispondente a ribauderie nel testo fr.), ma usato anche nel senso di ‘maldicenza, voce infamante’ 48.14. Per le att. del Fiore, cfr. Formisano, ad l. e p. 139.
Autore: Paola Manni.
Data redazione: 03.05.2022.
Data ultima revisione: 06.05.2022.
1 Uomo scellerato e vizioso, mascalzone.
[1] Inf. 22.50: Mia madre a servo d'un segnor mi puose, / che m'avea generato d'un ribaldo, / distruggitor di sé e di sue cose.