Vocabolario Dantesco
raggiornare v.
Commedia 1 (1 Purg.).
Commedia raggiorna Purg. 12.84 (:).
Vocabolari: Crusca in rete, ED.
Prima att. Deriva da aggiornare e, oltre che in Dante, è att. nel Trecento solo in A. Pucci, Apollonio, a. 1388, 4, ott. 8.4, p. 43 «A ragionar di lei ciascun ragiorna». Qui ragiorna è una «probabile riminescenza dantesca» (Viel, «Quella materia ond'io son fatto scriba», p. 330): tuttavia, in Dante il verbo ha per sogg. questo dì (con rif. al risorgere di un nuovo giorno), mentre in Pucci il signif. di ragiorna, con sogg. ciascun, è quello durativo di ‘trascorrere la notte finché non sorge il giorno’. Quest'ultima accezione si riscontra peraltro nel corradicale aggiornare, att. per la prima volta nel Detto, 228 «E sempre a llei ag[g]iorno» ‘faccio venir giorno, pensando a lei’ (Formisano ad l.): cfr. TLIO s.v. aggiornare. In Purg. 12.84, Perugi, Arnaut, p. 85, individua una ripresa da Arnaut Daniel «jusqu’al ser ques ajorna» (V.21); ajorna ritorna in Arnaut anche in «Can sols clau ni s’ajorna» (VII.26), ed è un hapax (corrispondente al fr. ant. ajorner) che per Perugi si spiega (in base alla glossa «diem assignare» del Donato provenzale) come «rara metafora desunta dalla terminologia giuridica: il sole, all’atto del tramonto, procrastina, differisce, insomma “aggiorna” la propria luce al giorno successivo» (Perugi, Le canzoni di Arnaut, II, p. 174). Tra i commentatori a Purg. 12.84 prevale un’interpretazione metaf. del dì che non raggiorna: cfr. per es. l'Ottimo «il pugne, co[sì] dicendo: il tempo se ne va, che non torna mai»; Francesco da Buti «Virgilio fa sollicito Dante, rammentandoli che 'l tempo passato mai non ritorna».
Autore: Fiammetta Papi.
Data redazione: 05.09.2018.
Data ultima revisione: 28.02.2019.
1 [Del giorno:] sorgere un’altra volta.
[1] Purg. 12.84: Di reverenza il viso e li atti addorna, / sì che i diletti lo 'nvïarci in suso; / pensa che questo dì mai non raggiorna!».