Prima att. come sost. Il part. pres. di
predicare (vd.), con funzione sost., risulta forma esclusiva nel poema rispetto al più antico e ben doc.
predicatore, att. già dal 1233-43 (TLIO s.v.) ma mai in Dante. A
Purg. 22.80 i
nuovi predicanti sono gli apostoli («banditori della fede», Inglese, ed. e comm.,
ad l.), incaricati di divulgare nel mondo la nuova dottrina cristiana: al loro annuncio di fede si adatta la «lettura in chiave profetica della IV
Egloga virgiliana, [
per] l'interpretazione dei versi (i quali come D. sapeva benissimo, celebravano la nascita del figlio di Asinio Pollione: vd. vv. 70-72n) come annunzio della venuta di Cristo» (Bellomo-Carrai, p. 368). I commentatori antichi chiosano con «apostoli» (Benvenuto da Imola,
ad l.: «apostolis, qui dicebant Christum virgine natum»;
Francesco da Buti,
ad l.: «cioè a li predicatori Apostuli e Discipuli, che predicavano l'Evangelio e la fede di Cristo»). Il sost. a
Par. 29.96 si riferisce agli ecclesiastici deputati a pronunciare prediche in spazi pubblici, fortemente criticati per la loro oratoria vana e dannosa rivolta alla trattazione sommaria di argomenti estrinseci, piuttosto che a esposizioni dottrinali connesse al Vangelo (cfr. Inglese, ed. e comm.,
ad l.; sull'argomento si vd. Delcorno,
Beatrice predicante, pp. 117-123). Dopo Dante il lessema circola con scarsa frequenza: oltre che nei commentatori, ricorre in un testo in prosa di poco successivo al poema, in ambito lirico in un
Sommario della Commedia e, con l'accezione di 'predica', in
Buccio di Ranallo, S. Caterina (cfr. TLIO s.v.
predicante e
Corpus LirIO).
Autore: Francesca De Cianni.
Data redazione: 26.04.2021.
Data ultima revisione: 19.12.2021.