Vocabolario Dantesco
naiade s.f.
Commedia 1 (1 Purg.).
Commedia Naiade Purg. 33.49 (:).
Voce corrispondente nelle opere latine di Dante: VDL.
Testi italiani antichi:
Corpus OVI,
DiVo,
LirIO,
Prosa fior. sec. XIII,
Petrarca e Boccaccio.
Vocabolari: TLIO, Crusca in rete, ED.
Dal lat. Naias, Naiadem (DELI 2 s.v. naiade). Nàiade è la 'ninfa delle acque' nella mitologia classica, ed è così att. in testi it. e volgarizzati a partire dal 1313 (cfr. TLIO s.v. nàiade). Uguccione ne fornisce una spiegazione etimologica: «Nayades aquarum vel fluminum: nays enim est aqua, inde Nays vel Nayas, dea aquarum» (Cecchini, Uguccione N 62, 30). Nel brano dantesco Naiade è lez. originale, frutto di un guasto nella trad. lat. di Ov., Met., VII, 759-760, dove la lez. corretta è Laiades 'Edipo, figlio di Laio' («Carmina Laiades non intellecta priorum / solverat ingeniis») che, secondo il mito, sciolse l'enigma della Sfinge, inducendola al suicidio e provocando per reazione la successiva vendetta di Temi (v. 51 e cfr. le voci danno, pecora e biada). La lettura di Naiades in luogo di Laiades, trasmessa da codd. mediev. corrotti del testo ovidiano, induce nell'equivoco di attribuire alle ninfe delle fonti le capacità risolutive degli indovinelli, fino all'emendatio della critica moderna (sulla questione vd. Ghisalberti, L'enigma, pp. 105-125, cit. in ED s.v.). Dopo Dante, infatti, si riscontra l'impropria attribuzione, oltre che nei commentatori, in un poemetto perug. del 1360 (Dom. Scolari, cfr. TLIO s.v.). L'esegesi antica, secondo la convinzione dell'epoca, riconduce le Naiadi al mito sfingeo, reinterpretandolo e associando la caratteristica di sciogliere oscuri oracoli alla risoluzione dell'enigma (vd.) del «cinquecento, dieci e cinque» (v. 43). Ad es. Pietro Alighieri (prima red.), ad l.: «Naiades Deae fontium supervenerunt et coeperunt exponere dicta vaticinia Themidis diversimode a Sphynge...»; Iacomo della Lana: «le qua' per soe sutriece interpretavano et exponeano li ditti delle ditte fade; et avea nomme l'una Tenus e l'altra Spinga. Saipudo Tenus de tai interpretationi, se irò adverso le ditte Naiade, e fé per soe arti che in quelle parte aparve un porco salvadego, lo qual devorò tutte le pegore de quella contrada e po' guastò tutte le biave ch'erano in campo»; Francesco da Buti: «le Naiade; cioè le iddie che sporranno la mia oscura narrazione, come quelle soleano sponere la narrazione di Temi». Il lat. Nayas ricorre con richiamo mitologico alla ninfa dei fiumi ma con uso meton. in Eg. 4.85 (per cui vd. VDL s.v. Nayas, -adis).
Autore: Francesca De Cianni.
Data redazione: 29.06.2018.
Data ultima revisione: 01.07.2022.
1 [Per erronea lettura di Laiades in Naiades nella trad. lat. delle Metamorfosi ovidiane:] ninfa delle acque, risolutrice di enigmi. ||  Cfr. Nota.
[1] Purg. 33.49: ma tosto fier li fatti le Naiade, / che solveranno questo enigma forte / sanza danno di pecore o di biade.