Dal lat.
matutinus (
tempus) (DELI 2 s.v.
mattina), nella
Commedia il sost. masch. è usato in alternativa a
mattina (vd.). Esso è impiegato per lo più per indicare un tempo det. in cui si colloca un evento e che corrisponde specif. alle prime luci del giorno dopo che il sole si leva. In
Inf. 1.37 è accompagnato dal sost.
principio (vd.), quando all’inizio dell’Inferno, davanti alla lonza dal
pel macolato (vv. 32-33), Dante introduce una pausa di speranza e rinascita con l'immagine del sorgere del sole (e della stagione primaverile,
v. 43); con lo stesso signif. anche l’occ. di
Inf. 26.7, rif. ai sogni del mattino, i più veritieri secondo una credenza medievale (cfr. Ovidio,
Her. XIX 195-6), che hanno prefigurato a Dante la prossima punizione di Firenze. L'occ. di
Purg. 2.13 è rif. al momento esatto in cui alle prime luci dell’alba Marte rosseggia (vd.
rosseggiare) a occidente, opposto al sole che sta sorgendo a oriente; infine,
Inf. 26.124 il sost. è att. per la prima volta con il signif. fig. di 'oriente' (cfr. TLIO s.v.
mattino 3), rif. al punto cardinale e alla direzione che segue la poppa della nave, opposta alla prua rivolta a occidente che lascia alle spalle il mondo conosciuto.