Vocabolario Dantesco
masso s.m.
Commedia 1 (1 Purg.).
Commedia massi Purg. 3.70 (:).
Prima att. Derivato da massa (DELI 2 s.v. massa; cfr. TLIO s.v. masso (1)). Nell’unica occ. interna alla Commedia, si riferisce alla parete rocciosa contro cui si accalcano le anime, spaventate alla vista di Dante e Virgilio che procedono in direzione contraria. Gli scomunicati stanno fermi e stretti contro i duri massi / de l’alta ripa (ripa, vd.), «come per dar libero il passo» (Scartazzini-Vandelli, ad l.). Alcuni commentatori glossano con sassi (sasso, vd.: «id est saxis», Benvenuto da Imola, ad l.), altri con scolli (Francesco da Butiad l.), altri con macigni. In partic., Trifon Gabriele (ad l.) associa masso alla pietra masegna, molto tenera e adatta alla realizzazione di opere murarie. La var. sassi, influenzata dal vicino sasso (Purg. 3.57), è sporadica e poco persuasiva (Petrocchi, ad l.). Dopo Dante, nell’it. antico, la parola ricorre in Boccaccio, Ninfale, st. 105.8, in rima con sassi, e in Luigi Pulci, Morgante, st. 37.4.
Autore: Paolo Rondinelli.
Data redazione: 26.04.2021.
Data ultima revisione: 20.12.2021.
1 Sasso o roccia di grandi dimensioni.
[1] Purg. 3.70: quando si strinser tutti ai duri massi / de l’alta ripa, e stetter fermi e stretti / com’ a guardar, chi va dubbiando, stassi.