Nella maggior parte delle occ.
marina ha il signif. di 'mare' (vd.
mare), in partic. di 'tratto di mare che si trova in prossimità di una costa' (
1). A
Inf. 5.98 infatti «la
marina dove 'l Po discende» è la costa adriatica, e ancora il mare Adriatico è il «termine», il confine della Romagna cui si fa rif. a
Purg. 14.92. A
Purg. 1.117 il Poeta distingue con lo sguardo il tremolio delle onde del mare, al primo vento del mattino, mentre cammina con Virgilio «per lo solingo piano» (per questa occorrenza cfr. Virgilio,
Aen. 7.9 «splendet tremulo sub lumine
pontus» e Ovidio,
Her. 9.75 «
mare fit tremulum tenhi cum stringit in aura»), mentre a
Purg. 9.45 scorge di fronte a sé, dalla porta del Purgatorio cui è stato appena trasportato, il mare, che dal luogo in cui si trovava prima, il fondo della valletta, non era visibile. A
Purg. 2.100 è invece rivolto al tratto di mare in cui si immette l’acqua dolce del Tevere. I versi di
Purg. 14.31-36 sono una perifrasi per indicare la sorgente e la foce del fiume («per ristoro di quel ciel che la marina asciuga» vale 'a compenso di quelle acque che che il cielo prosciuga dal mare', cfr. Chiavacci Leonardi
ad l.). Il signif.
2 trova conferma anche in Chiavacci Leonardi (
ad l.), che spiega «cioè le regioni costiere dove erano le molte città marinare, Venezia, Genova, Pisa, sempre in guerra tra loro» e nella chiosa di Inglese, 'le tue regioni marittime'.
Autore: Chiara Murru.
Data redazione: 02.10.2019.
Data ultima revisione: 25.02.2020.