Vocabolario Dantesco
lunare s.m.
Commedia 1 (1 Purg.).
Commedia lunari Purg. 22.36.
Att. con valore di sost. a partire dalla fine del Duecento (Tesoro volg. (ed. Gaiter), vd. TLIO s.v. lunare), lunare indica il periodo di tempo impiegato dalla luna (vd.) per compiere la propria rivoluzione intorno alla terra, che corrisponde dunque alla durata di un mese. L'unica occ. dantesca del sost. è a Purg. 22.36, laddove Stazio spiega che la propria prodigalità – che «vale qui come vizio (non infamante) adatto a tipizzare la fase giovanile e dissipata della vita di Stazio, antecedente alla conversione» (Inglese, ad l.; cfr. anche Picone, Auctoritas classica e salvezza cristiana, pp. 390-392) – è stata punita da «migliaia di lunari». A Purg. 21.68 lo stesso intervallo di tempo è indicato come «cinquecent'anni e più»: si tratta di una forma di variatio scelta per evitare la ripetizione (vd. anche Chiavacci Leonardi, ad l.). Il sost. è glossato univocamente dai commentatori: Francesco da Buti ad es. spiega che «lunare si chiama una innovazione di Luna che si fa in 27 di' et ore 9; cioè che la Luna compie di girare tutto lo zodiaco».
Autore: Chiara Murru.
Data redazione: 26.04.2021.
Data ultima revisione: 12.07.2022.
1 [Astr.] Periodo di tempo in cui la luna compie la sua rivoluzione intorno alla terra, corrispondente alla durata di un mese; lunazione.
[1] Purg. 22.36: Or sappi ch'avarizia fu partita / troppo da me, e questa dismisura / migliaia di lunari hanno punita.