Il latinismo
ludo è utilizzato nella
Commedia in due contesti e con due signif. differenti. A
Inf. 22.118 indica una competizione («cioè una gara, un duello mai visto, di nuovo genere;
ludo indica il giuoco pubblico, gara fra campioni fatta per dare spettacolo», spiega Chiavacci Leonardi,
ad l.): il rif. è all'episodio di cui è protagonista Ciampolo di Navarra, il quale riesce a beffare i diavoli e a sfuggire ai loro roncigli tuffandosi nella pegola, in una vera e propria gara di astuzia tra il dannato e i suoi torturatori («tra l'astuzia malvagiamente umana, ma disarmata, del barattiere e quella animalesca e grossolana dei diavoli aguzzini», spiega Pagliaro,
Ulisse, p. 324). La scelta di
ludo, in cui numerosi commentatori hanno individuato un intento di comicità, ha in realtà una funzione espressiva volta a «qualificare la baratteria umana nel suo tipico aspetto di furberia e astuzia faccendiera, di contro alla versione grossolana e animalesca» dei diavoli (
ivi, p. 323). Sull'interpretazione di questa occ. (specie in relaz. al valore sacro e allegorico del
ludo come 'rappresentazione sacra') vd. anche ED s.v.
ludo. e Maślaka-Soro,
Les formes dramatiques et théatrâles, pp. 121-135. Il vocabolo ricorre poi a
Par. 28.126 nell'espressione «Angelici ludi», le 'feste degli Angeli', cioè gli 'Angeli festanti' (per metonimia, indicando l'astratto per il concreto, come anche
letizia del v. 138; vd. Inglese,
ad l.), l'ultimo cerchio della gerarchia dei nove cori angelici.
Autore: Chiara Murru.
Data redazione: 02.10.2019.
Data ultima revisione: 02.11.2020.