Vocabolario Dantesco
ammortare v.
Commedia 1 (1 Inf.).
Altre opere1 (1 Rime).
Commedia ammorta Inf. 14.90 (:).
Altre opere amorta Rime 9.35 (:).
Dal lat. *admortare (LEI s.v., 1, 762.34)  'soffocare, spegnere', ricavato sull'espressione focus mortuus est (ibid. 765.16-21). Il verbo in it. antico è att. sin dalla metà del Duecento e presenta un duplice significato: 'attutire, spegnere', detto propr. di una fiamma (come a Inf. 14.90) o anche in senso fig. (come a Rime 9.35), e 'uccidere (anche fig.)' (per tutto cfr. TLIO s.v. ammortare), accezione documentata nella lirica duecentesca (dove, secondo il LEI s.v., 1, 765.6 e 765.21 e segg., è molto probabile calco galloromanzo, per cui cfr. FEW s.v. *admortare, 24, 173a). A Rime 9.47, ED (s.v. ammortare) segnala e rifiuta la lettura «c'ammorti li fioretti» in luogo del corretto «c'ha morti li fioretti» fornita da alcune vecchie edizioni.
Autore: Francesca De Blasi.
Data redazione: 27.09.2018.
Data ultima revisione: 27.09.2018.
1 Far cessare una combustione.
[1] Inf. 14.90: «Tra tutto l'altro ch'i' t'ho dimostrato, / poscia che noi intrammo per la porta / lo cui sogliare a nessuno è negato, / cosa non fu da li tuoi occhi scorta / notabile com' è 'l presente rio, / che sovra sé tutte fiammelle ammorta».