Vocabolario Dantesco
infuturare v.
Commedia 1 (1 Par.).
Commedia infutura Par. 17.98.
Att. solo nella Commedia e nei commentatori. Il verbo, parasintetico su futuro, fa parte del nutrito gruppo di neologismi col pref. in- utilizzato in modo «seriale» (Contini, Un'idea, p. 200) nella terza cantica (per cui vd. ad es. almeno imparadisareincielare e indiare); in partic., è uno dei «verbi [[...]] riflessivi, o più esattamente medî, e cioè riferiti al soggetto, di cui perciò movimentano metaforicamente la descrizione ontologica, senza propriamente cadere nell'azione» (Contini, Il canto XXVIII del Paradiso, p. 15; cfr. anche Viel, «Quella materia ond'io son fatto scriba», p. 455-456). L'unica occ. del verbo è a Par. 17.98, nel discorso, di grande vigore espressivo, che costituisce la profezia di Cacciaguida. Rif., secondo alcuni commentatori, alla vita mortale del poeta (per cui vd. anche ED s.v. infuturare), il verbo sembra riferirsi piuttosto al poema; quella vita che «s'infutura», che dunque si protende nei secoli futuri, non è la vita mortale di Dante, ma è la vita del poema: «Dante ha creato a sé stesso il verbo della sua immortalità di poeta» (Chiavacci Leonardi, ad l.). Diverso è invece il valore semantico del verbo insemprare (vd.), che essendo rif. alla gioia perfetta, continua e senza fine della condizione paradisiaca, ha il signif. di 'durare immutabile per sempre' e, dunque, 'eternarsi'.
Autore: Chiara Murru.
Data redazione: 01.02.2019.
Data ultima revisione: 11.12.2021.
1 Pron. Prolungarsi nel futuro.
[1] Par. 17.98: Non vo' però ch'a' tuoi vicini invidie, / poscia che s'infutura la tua vita / via più là che 'l punir di lor perfidie».