Vocabolario Dantesco
incielare v.
Commedia 1 (1 Par.).
Commedia inciela Par. 3.97 (:).
Att. solo nella Commedia e nei commentatori. Il parasintetico incielare è formato a partire dal sost. cielo col pref. in-, molto più produttivo nella Commedia che nelle altre opere dantesche e utilizzato in modo «seriale» (Contini, Un'idea, p. 200) nella terza cantica. La neoformazione verbale ricorre esclusivamente a Par. 3.97 e ha il significato di 'collocare nel cielo', innalzando alla beatitudine e alla gloria celeste; «la perfetta vita» e l'«alto merto» collocano infatti santa Chiara, cui fa rif. Piccarda al v. 98 col sost. donna, più in alto nel cielo («guadagnano a una donna una gloria celeste più elevata», glossa Inglese, ad l.): «inciela più su» significa dunque al contempo 'colloca più in alto nel cielo' e 'innalza a un grado di beatitudine maggiore' («non c'è solo l'idea di luogo, ma pur quella connessa di più alta beatitudine», ED s.v. incielare). Come imparadisare (vd.), incielare è uno dei pochi verbi di questa serie di parasintetici costruiti col pref. in- a non essere medio, cioè rif. al soggetto (cfr. Contini, Il canto XXVIII del Paradiso, p. 15); a differenza di imparadisare, tuttavia, incielare si trova in posizione di rima, che esalta potentemente la portata del neologismo. Il verbo è chiosato gen. in modo univoco dai commentatori (Francesco da Buti, ad es., chiosa «cioè in cielo alluoga»); Iacomo della Lana, invece, glossa diversamente, spiegando «si è verbo attivo, e vale tanto come lo cielo informa» (per cui cfr. anche TLIO s.v. incielare).
Autore: Chiara Murru.
Data redazione: 01.02.2019.
Data ultima revisione: 11.12.2021.
1 Collocare nel cielo. ||  Cfr. Nota.
[1] Par. 3.97: «Perfetta vita e alto merto inciela / donna più su», mi disse, «a la cui norma / nel vostro mondo giù si veste e vela, / perché fino al morir si vegghi e dorma / con quello sposo ch'ogne voto accetta / che caritate a suo piacer conforma.