Commedia |
gozzo Inf. 9.99 (:). |
Voce dall'etimo incerto (dal lat. volg. *
gurgutia 'gola' o dal lat. volg. *
guttium, var. di
guttur 'gola', confuso con
guttus 'ampolla', per cui cfr. DELI 2 e Nocentini s.v.
gozzo 1),
gozzo è att., col signif. di 'collo' o 'gola', in Toscana sin dalla fine del XIII sec. (vd. TLIO s.v.
gozzo). Nella
Commedia il sost., in contesto comico-realistico e in rima aspra con
mozzo (vd.) e
cozzo (vd.), viene usato con rif. alla gola di Cerbero che era rimasta (insieme al mento) priva di peli da quando Ercole lo aveva trascinato via con una catena legata al collo. I commentatori non mostrano in genere fraintendimenti, a parte
Guglielmo Maramauro che spiega
gozzo come 'capo'. Nel commento di Cristoforo Landino
ad l. in sostituzione di
gozzo si trova
gorgozzule (da
gorgozza e att. quasi esclusivamente in testi fior., per cui vd. DEI e TLIO s.v.
gorgozzule): «è ragionevole che la cathena gl'havessi levati e peli dal gorgozule et dal mento».
Autore: Francesca Spinelli.
Data redazione: 02.01.2022.
Data ultima revisione: 28.02.2022.