Vocabolario Dantesco
gallare v.
Commedia 2 (1 Inf., 1 Purg.).
Commedia galla Purg. 10.127 (:); galli Inf. 21.57 (:).
Prima att. Formazione verbale da galla (vd.) 'cecidio, escrescenza'. Il sost. può indicare un rigonfiamento in gen. e, per estens., un corpo leggerissimo, dunque in grado di rimanere sospeso sulla superficie di un liquido (da cui il valore semantico del derivato verbale). Fuori del circuito esegetico dantesco, gallare conta un'unica att. trecentesca nella Cronaca fior. di Marchionne di Coppo Stefani («per tutta la piazza di Santa Croce allagò tanto, che travi, che v'erano per fare certe case, gallarono...» ivi, p. 382), ma cfr. anche TLIO s.v. gallare 2, prob. etimologicamente non estraneo a galla (cfr. anche Ageno, Riboboli trecenteschi, p. 440). Le occ. successive di gallare in testi d'area fior. lasciano sospettare una certa circolazione del verbo nel parlato (cfr. Parodi, Lingua, pp. 267-268; Viel, «Quella materia ond’io son fatto scriba», p. 243). Del resto già nell'esegesi dantesca appaiono predominanti le glosse dei non tosc. (es. Benvenuto da Imola, a Inf. 21.57: «perchè non galli, idest, supernatet more gallae, et vadat ad summum»; Maramauro, ibid.: «idest non appara suso»). Francesco da Buti chiosa unicamente l'occ. metaf. di Purg. 10.127, ricorrendo al parallelo galleggiare («Di che l'animo vostro in alto galla; cioè di che va in su e galleggia, l'animo vostro; cioè la volontà vostra» ad l.), forma corradicale senz'altro destinata, rispetto a gallare, a una maggior fortuna nell'it. dei secc. successivi (cfr. GDLI e GRADIT s.v. galleggiare).
Autore: Barbara Fanini.
Data redazione: 13.04.2021.
Data ultima revisione: 11.06.2021.
1 Restare sulla superficie di un liquido, senza andare a fondo.
[1] Inf. 21.57: Non altrimenti i cuoci a' lor vassalli / fanno attuffare in mezzo la caldaia / la carne con li uncin, perché non galli.
1.1 Gallare in alto (detto dell'animo): porsi in una posizione di superiorità, insuperbirsi (fig.).
[1] Purg. 10.127: Di che l'animo vostro in alto galla, / poi siete quasi antomata in difetto, / sì come vermo in cui formazion falla?