Vocabolario Dantesco
frustatore s.m.
Commedia 1 (1 Inf.).
Commedia frustatori Inf. 18.23 (:).
Att. solo nella Commedia e nei commentatori. Come agg. è att. anche in Mino Diet., Sonn. Inferno, XIV m. (aret.) (cfr. TLIO s.v. frustatore). In testi lat., la forma frustator, formazione suffissale dal lat. tardo fustare, con epentesi di r (anche doppia: frustrator, frustratoris per cui cfr. Corpus Iuris Civilis, 3.5.30-2 e passim) è presente già nelle Pandette giustinianee e in partic. nel De constitutio Deo (auctore de conceptione digestorum), dove è usato in senso tecnico. In Dante, sempre nel canto 18, al v. 46 si trova anche il sost. frustato (vd.), deverbale da frustare; quest'ultimo ha molte att. in testi statutari, in cui è usato ancora in senso tecnico (cfr. TLIO s.v. frustare 1 e Corpus OVI). Non è da escludere, dunque, che si possa trattare di un prelievo lessicale dal diritto (romano e medievale).
Autore: Veronica Ricotta.
Data redazione: 03.06.2017.
Data ultima revisione: 15.05.2018.
1 Chi punisce colpendo con la frusta.
[1] Inf. 18.23: In questo luogo, de la schiena scossi / di Gerïon, trovammoci; e 'l poeta / tenne a sinistra, e io dietro mi mossi. / A la man destra vidi nova pieta, / novo tormento e novi frustatori, / di che la prima bolgia era repleta.