Vocabolario Dantesco
fregiato agg.
Commedia 1 (1 Par.).
Commedia fregiati Par. 31.50.
Da fregiare (vd.). Le prime attestazioni dell'agg. sono in testi tosc. di fine Duecento (vd. TLIO s.v. fregiato). Nell'unica occ. dantesca, fregiato assume il senso fig. di 'adornato (di luce)', offerto già in Purg. 1.38 dal v. fregiare (vd., § 1), per esprimere qui lo stato di splendore dei beati. I volti svelati degli spiriti paradisiaci sono illuminati di grazia e letizia, ossia ornati di duplice fulgore: da un lato, la viva luce irradiata da Dio, in quanto puro bene, dall'altro, il bagliore intenso emanato col loro stesso sorriso, espressione di gioia interna. In tale accezione, il part. pass. con valore agg., circoscritto al circuito dei commentatori, concorre a integrare la sfera semantica relativa a luce (s.v.) e al nesso riso-luce all'interno della Commedia (per cui, cfr. Conv. 3.8.11 e s.v. coruscare; ED s.v. riso).
Autore: Francesca De Cianni.
Data redazione: 27.09.2018.
Data ultima revisione: 29.10.2021.
1 Adornato (di luce) (fig.).
[1] Par. 31.50: Vedëa visi a carità süadi, / d'altrui lume fregiati e di suo riso, / e atti ornati di tutte onestadi.