Vocabolario Dantesco
aiuola s.f.
Commedia 2 (2 Par.).
Commedia aiuola Par. 22.151, 27.86.
Prima att. Il termine è impiegato da Dante nella terza cantica con valore limitativo: in entrambi i casi, infatti, aiuola fa rif. alle esigue dimensioni del mondo umano, quasi insignificanti a comparazione dell'immensità celeste. Della stessa immagine (che richiama Boezio, Consol. Phil., II, 7) Dante si serve anche nella prosa lat., ricorrendo ad area («in angustissima mundi area» Ep. 7.15) e al diminut. areola («in areola ista mortalium» Mon. 3.16.11). In linea con le indicazioni di Uguccione, che nelle Derivationes assegna ai sost. lat. area e areola il significato di «locus ubi teritur frumentum» (cfr. Cecchini, Uguccione, A 310, 2-3), Austin propende per restituire all'aiuola dantesca di Par. 22.151 l'accezione marcatamente agricola di «little threshing floor», 'piccola aia' (cfr. Id., Gleanings, p. 88).
Autore: Barbara Fanini.
Data redazione: 10.03.2016.
Data ultima revisione: 24.05.2018.
1 Il mondo abitato, la Terra (fig.). ||  Propr. piccola area, spazio dai confini definiti.
[1] Par. 22.151: L'aiuola che ci fa tanto feroci, / volgendom' io con li etterni Gemelli, / tutta m'apparve da' colli a le foci...
[2] Par. 27.86: E più mi fora discoverto il sito / di questa aiuola; ma 'l sol procedea / sotto i mie' piedi un segno e più partito.