Commedia |
eretica Par. 4.69; eretici Par. 12.100. |
Dal lat. tardo
haereticum (DELI 2 s.v.
eresia). La prima att. di
eretico in volg. risale alla prima metà del Duecento ed è in
Cielo d'Alcamo, Contrasto (vd. TLIO s.v.
erètico). Nella
Commedia, le uniche due att. dell'agg. sono nella terza cantica. A
Par. 4.69 con l’espressione
eretica nequizia si allude all'eresia a cui poteva condurre, se letteralmente intesa, la dottrina platonica cit. ai vv. 22-24, cioè la teoria, esposta nel
Timeo, secondo la quale le anime degli uomini preesistono alla vita terrena e tornano, dopo la morte, a dimorare nelle stelle da cui provengono. A
Par. 12.100, l'agg. ha lo stesso signif., ma l'espressione «li sterpi eretici», dove gli sterpi (vd.
sterpo) sono piante sterili, da estirpare, in antitesi agli «arbuscelli [[...]] vivi» del v. 105 (per cui cfr. anche Inglese,
ad l.), indica specificamente gli Albigesi, contro i quali Domenico avviò una campagna di predicazione.
Autore: Chiara Murru.
Data redazione: 27.09.2018.
Data ultima revisione: 12.06.2021.