Commedia |
Equatore Purg. 4.80. |
Altre opere |
equatore Conv. 2.3.13, 2.3.15, 2.3.16.
|
Latinismo. Dal lat. mediev.
aequator 'che rende uguali (il giorno e la notte)', detto in origine dell'equatore celeste come calco dal greco
isemerinós kuklos 'circolo di uguale durata', il sost. è passato a indicare anche l'equatore terrestre (Nocentini s.v.
equatore). Come tecnicismo risulta att. in entrambi i sensi già in Restoro d'Arezzo (cfr. TLIO s.v.
equatore; LEI s.v. 1, 1033.30). Nella
Commedia è att. una sola volta in
Purg. 4.80 nella lunga digressione astronomica in cui Dante fornisce l'esatta definizione delle coordinate del Purgatorio (vv. 52-96; cfr. Della Valle,
Il senso geografico-astronomico, pp. 43-44): in partic., al v. 79 con la perifrasi il
mezzo cerchio (vd.) anticipa la spiegazione tecnica di Equatore, «circolo massimo [...] a uguale distanza dai due tropici [...], ma anche dagli orizzonti di due punti della Terra, situati agli antipodi l'uno rispetto all'altro» (ED s.v.
equatore). Sempre come termine astronomico ma con il signif. estens. di 'cerchio massimo di ciascuna sfera celeste' è att. unicamente nel
Convivio (TLIO s.v.
equatore 2.1).
Autore: Elena Felicani.
Data redazione: 26.04.2021.
Data ultima revisione: 01.11.2021.