Vocabolario Dantesco
doccia s.f.
Commedia 2 (2 Inf.).
Commedia doccia Inf. 14.117 (:), 23.46 (:).
Dal lat. *ductia (TLL s.v. *ductio), voce tecnica att. già a fine Duecento in Restoro D'Arezzo (cfr. Corpus OVI), il sost. ricorre nell'Inferno in due occ.: in Inf. 23.46 si rif. al condotto che incanala le acque al molin terragno (vd. s.vv. molinoterragno e rel. Nota) per volger ruota, dalla cui inclinazione dipende il flusso stesso della corrente (cfr. ED s.v. terragno); in Inf. 14.117 si rif. alla stretta cavità attraverso la quale van giù i fiumi infernali, Acheronte, Stige e Flegetonte. A riguardo, chiosa bene Boccaccio: «Poi sen va giù per questa stretta doccia, cioè per questo stretto ruscello il qual tu vedi, il quale per la sua strettezza assomiglia ad una doccia, per la quale, come assai è manifesto, qui si menano l'acque prestamente d'una parte ad un'altra; e però è detta doccia da questo verbo duco-ducis il quale sta per menare» (ED s.v. doccia).
Autore: Elena Felicani.
Data redazione: 26.04.2021.
Data ultima revisione: 29.10.2021.
1 [Tecn.] Condotto artificiale per incanalare le acque.
[1] Inf. 23.46: Non corse mai sì tosto acqua per doccia / a volger ruota di molin terragno...
2 Cavità attraverso la quale scorrono le acque (estens.).
[1] Inf. 14.117: Lor corso in questa valle si diroccia; / fanno Acheronte, Stige e Flegetonta; / poi sen van giù per questa stretta doccia...