Vocabolario Dantesco
aggueffare v.
Commedia 1 (1 Inf.).
Commedia aggueffa Inf. 23.16 (:).
Inf. 23.16: fa geffa Pa, fa gueffa Co Eg Ga Ham La Lau Lo Mart Parm Po Pr Ricc Triv Tz Vat - Lanza.
Att. solo nella Commedia e nei commentatori. Parasintetico da gueffa, termine di origine long., da wiffa ‘matassa’ (REW 9536; cfr. anche Gamillscheg, Romania Germanica, II, p. 68). Gueffa, tecnicismo della tessitura (cfr. Manni, Dante, p. 118), è utilizzato da Dante per coniare un verbo che, in contesto fig., indica come l’ira dei diavoli («scherniti con danno e con beffa», v. 14) si sovrappone alla sostanziale base di mal volere di questi: «aggueffare è filo a filo aggiugnere, come si fa ponendo lo filo dal gomito alla mano, o innaspando con l'aspo» (Francesco da Buti).
Varianti.  S’aggueffa e fa gueffa ‘fa matassa’ (accolta anche nell’edizione del ’21) sono lezioni equipollenti (Petrocchi, ad l.), oltre tutto vicinissime anche dal punto di vista della resa grafica. Guido da Pisa, nel commento al passo dantesco, attribuisce gueffa alla «lingua tusca» («lingua fiorentina» in un altro codice, come riporta Franceschini, Tra secolare commento, p. 213, nota 39). Gueffa è forma fiorentina (Castellani, Data: 1319, p. 16).
Autore: Vito Luigi Castrignanò; Francesca De Blasi.
Data redazione: 25.09.2018.
Data ultima revisione: 25.09.2018.
1 Pron. Avvolgersi su qsa, formando una matassa (in contesto fig.).
[1] Inf. 23.16: Se l'ira sovra 'l mal voler s'aggueffa, / ei ne verranno dietro più crudeli / che 'l cane a quella lievre ch'elli acceffa'. ||  Var.: fa gueffa Co Eg Ga Ham La Lau Lo Mart Parm Po Pr Ricc Triv Tz Vat – Lanza, fa geffa Pa.