Vocabolario Dantesco
abbuiare v.
Commedia 2 (1 Purg., 1 Par.).
Commedia abbui Purg. 17.62 (:); abbuia Par. 9.71 (:).
Prima att. Parasintetico da buio (vd.), att., tranne che per un'occ. in Torini, Rime, solo in Dante e nei commentatori (cfr. TLIO s.v. abbuiare). Per il signif. 1.1 è utile il commento di Iacomo della Lana a Par. 9.70: «e cussì quando nui ce contristemo, semilemente lo mostremo de fora per alcuno aburare overo agrondamento», per cui cfr. anche TLIO s.v. aggrondamento.
Autore: Cristiano Lorenzi Biondi.
Data redazione: 21.10.2016.
Data ultima revisione: 07.05.2018.
1 Pron. [Con rif. al cielo:] farsi scuro per il sopravvenire della sera.
[1] Purg. 17.62: Or accordiamo a tanto invito il piede; / procacciam di salir pria che s'abbui, / ché poi non si poria, se 'l dì non riede.
1.1 Pron. Farsi scuro in volto per la tristezza (fig.).
[1] Par. 9.71: Per letiziar là su fulgor s'acquista, / sì come riso qui; ma giù s'abbuia / l'ombra di fuor, come la mente è trista.