Vocabolario Dantesco
dischiomare v.
Commedia 1 (1 Inf.).
Commedia dischiomi Inf. 32.100 (:).
Att. solo nella Commedia e cit. nei commentatori. Parasintetico da chioma (vd.) formato con pref. dis- al pari di molti altri neologismi danteschi (Parodi, Lingua, p. 266; Di Pretoro, Innovazioni lessicali, pp. 13-14). L’azione del verbo è descritta nei versi precedenti e successivi: Dante, afferrato Bocca degli Abati per la cuticagna (v. 97), gli strappa i capelli perché questi riveli il suo nome; ma il peccatore non risponde, benché il poeta gliene abbia già tratti... più d’una ciocca (v. 104), finché non interviene Buoso da Dovera. Dunque dischiomare «si riferisce non solo all'atto di D. di strappare i capelli al dannato (Bocca degli Abati), ma anche alla durata e all'effetto di quell'atto; pur se privato di tutti i capelli, Bocca non parlerà» (Salsano in ED). Il verbo ricorre nei commentatori come cit. dantesca, chiosata unanimemente come ‘strappare la chioma, i capelli’ (per es. Iacomo della Lana «desfaci la chioma», Benvenuto da Imola «evellas mihi comam et depiles me», Francesco da Buti «mi lievi la chioma de' capelli»; cfr. anche Viel, «Quella materia ond'io son fatto scriba», pp. 70-71).
Autore: Fiammetta Papi.
Data redazione: 31.10.2017.
Data ultima revisione: 17.05.2018.
1 Strappare i capelli.
[1] Inf. 32.100: Ond' elli a me: «Perché tu mi dischiomi, / né ti dirò ch'io sia, né mosterrolti / se mille fiate in sul capo mi tomi».