Vocabolario Dantesco
dilibrare v.
Commedia 1 (1 Par.).
Commedia dilibra Par. 29.6 (:).
Att. solo nella Commedia e nei commentatori. Parasintetico da libra (vd.) 'bilancia' (anche con rif. alla costellazione omonima), con prefisso di- con valore di allontanamento, in rima antonimica con inlibra (vd.) di Par. 29.4, con cui costituisce la similitudine astronomica che indica un breve lasso di tempo. Per il signif. proposto, già in Benevenuto da Imola, cfr. Di Pretoro, Innovazioni lessicali, p. 11, per il quale il lessema «sembra essere neologismo dantesco». Alcuni commentatori moderni interpretano il verbo come una forma sincopata di deliberare 'liberare'  (cfr. anche ED s.v. deliberare). Si noti la chiosa di Francesco da Buti «si dilibra; cioè si dilibera, escendo fuora di quello», che glossa il verbo con la forma priva di sincope dilibera alla quale però attribuisce il signif. di 'uscire fuori di' e non nel senso di deliberare (vd.) di Par. 2.94.
Autore: Veronica Ricotta.
Data redazione: 23.12.2016.
Data ultima revisione: 07.05.2018.
1 [Astr.] Pron. Uscire dal punto di equilibrio.
[1] Par. 29.6: Quando ambedue li figli di Latona, / coperti del Montone e de la Libra, / fanno de l'orizzonte insieme zona, / quant' è dal punto che 'l cenìt inlibra / infin che l'uno e l'altro da quel cinto, / cambiando l'emisperio, si dilibra, / tanto, col volto di riso dipinto, / si tacque Bëatrice, riguardando / fiso nel punto che m'avëa vinto.