Vocabolario Dantesco
corollario s.m.
Commedia 2 (1 Purg., 1 Par.).
Commedia corollario Purg. 28.136, Par. 8.138.
Prima att. Latinismo da corollarius (DELI 2 s.v. corollario), dimin. di corolla 'corona', nel signif. propr. 'aggiunta oltre il dovuto' e 'premio per il vincitore': si deve a Boezio l'impiego del sost. nel campo della matematica in sostituzione del termine tecnico gr. pòrisma 'conseguenza dedotta, non cercata, che scaturisce da una dimostrazione' (cfr. ED s.v. corollario). Nelle occ. dantesche il signif. orginario coesiste con quello logico-matematico, come confermato anche dai commentatori: per es. da Benvenuto da Imola ad l., per cui «corollarium appellatur ultima conclusio, quae datur post alias quasi conclusio conclusionum, sic dictum a corolla, idest, parva corona, quasi coronarium, quia datur disputantibus in praemium». In Purg. 28.136, l'espressione dare un corollario per grazia, cioè un'aggiunta, un supplemento di informazione (cfr. Fosca, ad l.), richiama lo schema dialogico del passo di Boezio (Cons. III, X 22) e mantiene il signif. originario del sost. (cfr. Corpus DiVo, in partic. il volgarizzamento di Alberto della Piagentina). Infine, anche nell'occ. di Par. 8.138 insieme al signif. tecnico del sost., che si collega già ai verbi logici dedurre (vd.) e conchiudere (vd.) dei vv. 121-122, conserva nel contempo il suo signif. originario in relazione al verbo ammantare (vd.), «un'aggiunta non necessaria ma utile, come un mantello quando si è già vestiti» (Chiavacci Leonardi, ad l.).
Autore: Elena Felicani.
Data redazione: 26.04.2021.
Data ultima revisione: 22.12.2021.
1 [Filos.] Ragionamento minore che si aggiunge a un altro dimostrato e ne discende.
[1] Purg. 28.136: E avvegna ch'assai possa esser sazia / la sete tua perch' io più non ti scuopra, / darotti un corollario ancor per grazia...
[2] Par. 8.138: ma perché sappi che di te mi giova, / un corollario voglio che t'ammanti.