Dal lat.
chorda (LEI s.v. 3, 1496.1-1498.42; DELI s.v.
corda; TLIO s.v.
corda), il sost. presenta occ. in tutte e tre le Cantiche: come prima accezione si riferisce allo strumento usato per legare qsa o qno (signif.
1), e in partic. ricorre in
Purg. 7.114 nell'espressione
cinta la corda che richiama a un'immagine scritturale («et erit cingulum lumborum eius et fides cinctorium renum eius»,
Is. 11.5) e ricorda «anche il
cingulum militae (Benvenuto), cioè la cintura che veniva data nell'investitura del cavaliere» (Bellomo-Carrai,
ad l.; cfr. Chiavacci Leonardi). Occ. simile in
Inf. 16.106 (
una corda intorno cinta), della quale è stato a lungo discusso il signif.: l'interpretazione preferibile è quella allegorica, secondo la quale il sost. rimanda all'immagine biblica del cingolo ai fianchi, simbolo di giustizia (
Is. 11.5) e di fortezza (
Prov. 31.17), impiegato con l'idea di domare sia la lussuria (lonza) sia la frode (Gerione) (cfr. Bellomo-Carai,
Ibidem) e, come nota Chiavacci Leonardi, è poi «un segno ambivalente, posto al punto di cerniera tra i due diversi mondi infernali» (
ad l.). La corda è quindi segno di appartenenza a un ordine, in senso reale o fig.: per questo, non si può quindi escludere l'interpretazione di Francesco da Buti
ad l., secondo il quale «questa corda ch'elli avea cinta significa ch'elli fu frate minore», cioè un
cordigliero (vd.), «nella sua qualità appunto di terziario francescano [...], fatto non documentato in alcun modo, ma su cui ci restano anche altre sia pur tarde testimonianze» (Chiavacci Leonardi,
Ibidem). Usate in senso metaf. sono le occ. di
Par. 26.49 a indicare quelle
altre corde, cioè gli stimoli, che conducono sempre più al cospetto di Dio, e di
Par. 28.12 per descrivere gli occhi di Beatrice che furono il laccio a cui fu legato il cuore del poeta (cfr. Chiavacci Leonardi,
ad l.). Più volte il sost. indica la
corda dell'arco (signif.
1.2), nel contesto di un paragone molto comune nella
Commedia (come nota Chiavacci Leonardi a
Inf. 8.13). In
Par. 1.125
corda è usato come sinedd. per l'arco stesso. Le altre occ. del Paradiso (signif.
2) riguardano il campo semantico della musica: in
Par. 14.119 le corde sono quelle della
giga (vd.)e dell'
arpa (vd.), così come in
Par. 20.143 si rif. allo strumento del
citarista (vd.), mentre in
Par. 15.5 è d'uso fig. per indicare le voci dei beati che sono
sante corde. A quest'ultimo signif. vanno ricondotte le due occ. di
corda come var. rispettivamente di
forma (
Par. 1.127) e di
nota (
Par. 28.9).
Autore: Elena Felicani.
Data redazione: 26.04.2021.
Data ultima revisione: 22.12.2021.