Vocabolario Dantesco
adulto agg.
Commedia 1 (1 Par.).
Commedia adulto Par. 7.60 (:).
Latinismo da adultus (LEI s.v., 1, 862). Ritenuta meno convincente l’ipotesi di Torraca, per cui l’agg. non sarebbe da ricondurre al part. pass. del lat. adolesco ‘crescere’ («che qui non s’adatta bene al contesto»), ma dell’incoativo di adoleo, ‘bruciare’ (adolesco). Tuttavia, un legame fra adolesco ‘crescere’ e adolesco ‘bruciare’ era probabilmente sentito da Dante, suggerito forse da Uguccione da Pisa, il quale collega etimologicamente i verbi, facendoli risalire entrambi a oleo (Cecchini, Uguccione, O 18 11). I commentatori glossano «cresciuto» (l'Ottimo), «nutritum» (Benvenuto da Imola), «allevato» (Francesco da Buti). La prima att. di adulto come sost. è nella Leggenda Aurea, 1, p. 89.43 (fine sec. XIII, cfr. Corpus OVI); prima dell’att. dantesca, si recupera ancora solo negli Stat. Sen. (1309-1310), anche in funzione di agg., come termine tecnico del dir. (cfr. TLIO s.v. adulto). L’agg. occorre una volta anche in De vulg. 1.6.1, dove, rif. al sost. etatem ed opposto a pupillarem ‘infantile’, indica ‘l’età adulta’.
Autore: Francesca De Blasi.
Data redazione: 01.09.2017.
Data ultima revisione: 27.04.2018.
1 Che è cresciuto e ha raggiunto la maturità (in contesto fig.).
[1] Par. 7.60: Questo decreto, frate, sta sepulto / a li occhi di ciascuno il cui ingegno / ne la fiamma d'amor non è adulto.