Latinismo da
coluber (DELI 2 s.v.
colubro), vocabolo presente in Virgilio (
Aen. VII, v. 352) e in Properzio (
Libro III,
Elegia IX, v. 53) a indicare il serpente con cui Cleopatra si diede la morte. L'etimo è spiegato nelle
Derivationes (cfr. Cecchini,
Uguccione, C 220, 13) come «et hic coluber -bri et hec colubra, quia colit umbram, genus est serpentis...». Nella
Commedia le occ. di
serpente,
serpe e
serpentello (vd.) si limitano a
Inf. e
Purg.; in
Par., invece, l'innalzamento stilistico (legato inoltre in questo specifico contesto alla serie di rime in -ubro:
colubro/
rubro/
delubro; vd. anche
delubro e
rubro) porta con sé la scelta, oltre che dell’aneddoto specifico su Cleopatra, di un latinismo stretto come
colubro (per i latinismi del canto, «figure di più ricercata e capziosa aulicità», cfr. Paratore,
Il canto VI del Paradiso). Tra i commentatori alcuni spiegano la voce generic. con 'serpente', altri forniscono una spiegazione più precisa: ad es. Iacomo della Lana scrive «con lo colubro s'ancise, cioè con quella spetia di serpente nome colubro». Il vocabolo ricorre nei trattati moderni di tossicologia (cfr. ad es. Plenck,
Tossicologia, da cui si cita), nel nome scientifico
coluber vipera, come «aspide di Cleopatra. Serpente vipera. Abita in Egitto. Servì d'istromento pella violenta morte della celebre Cleopatra Regina d'Egitto».
Autore: Chiara Murru.
Data redazione: 17.06.2019.
Data ultima revisione: 04.11.2019.