Commedia |
colombe Inf. 5.82. |
Altre opere |
colomba Conv. 2.14.20, 2.14.20.
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Dal lat.
columba (DELI 2 s.v.
colombo), è att. nella forma femm. solo nell'occ. di
Inf. 5.82 con lo stesso signif. di
colombo (vd.). Per mezzo di una similitudine Dante presenta le anime di Paolo e Francesca che si muovono per l'
aere maligno, come
colombe spinte dal
disio e
portate dal
voler verso il
dolce nido (vd.), introducendo in questo passo l'ambivalenza dei signif. che l'immagine stessa dell'animale suggerisce: infatti, se da un lato la colomba è simbolo di dolcezza e purezza, dall'altro nei bestiari medievali è tradizionalmente rappresentata come animale sacro alla dea Venere e noto per la sua sfrenata lussuria (cfr. Ledda,
Il bestiario dell'aldilà, pp. 94-95). Questa descrizione, di ascendenza virgiliana (cfr.
Aen, V 213-7), presenta in anticipo le due anime dannate, preludendo già alla loro infelice condizione, e nel contempo è «arricchita da due parole essenziali –
disio, voler – che danno un carattere umano a quel volo» (Chiavacci Leonardi
ad l.).
Autore: Elena Felicani.
Data redazione: 26.04.2021.
Data ultima revisione: 02.07.2022.