Vocabolario Dantesco
coda s.f.
Commedia 15 (11 Inf., 4 Purg.).
Altre opere1 (1 Fiore).
Commedia coda Inf. 5.11, 17.1, 17.9 (:), 17.25, 17.84, 17.103, 24.95 (:), 25.56, 25.104, 25.109, 27.125, Purg. 9.6, 24.83, 32.132, 32.134.
Altre opere coda Fiore 72.13.
Dal lat. coda, variante pop. del classico cauda (LEI s.v. cauda/coda, 13, 193.32), att. in volg. già dalla fine del sec. XII, con un'ampia e varia distribuzione geolinguistica (vd. TLIO s.v. coda). Nel poema il termine occorre prevalentemente nella prima cantica dove, coerentemente con una ben sedimentata trad. iconografica, diventa elemento distintivo delle mostruose creature che popolano tale regno (come Minosse o Gerione). Al § 1 si isola l'unico es. in cui coda appare riferibile a un animale reale – un cavallo che, stando alle cronache del tempo, avrebbe trascinato il corpo di Corso Donati –; nel racconto profetico di Forese, tuttavia, questa bestia (v. 83) assume i tratti di una creatura quasi demoniaca che conduce il traditore direttamente nella valle infernale per scontare la sua pena eterna. A Purg. 9.6, invece, il termine è attributo di un «freddo animale» (v. 5) – da identificare, con ogni probabilità, con lo scorpione (cfr. Alberto Magno, De animalibus, IV, 1-2) – evocato entro la complessa immagine astr. posta in apertura del canto. Così intendono concordemente, del resto, anche i primi commentatori (es. «cioè de lo Scorpio lo quale è freddo animale di sua natura, e però la sua puntura è venenosa» Francesco da Buti, ad l.). Sul problema dell'identificazione della costellazione, cfr. ED s.v. coda. Infine, il sost. occorre anche nel Fiore, dov'è rif. a una guizzante anguilla: «Ché ttu ter[r]esti più tosto un'anguilla / Ben viva per la coda, e fossi i· mmare, / Che non faresti femina che ghilla» (ivi, 72.13).
Autore: Barbara Fanini.
Data redazione: 24.06.2022.
Data ultima revisione: 12.07.2022.
1 Estremità posteriore del corpo di diversi animali (nei vertebrati, data dal prolungamento della colonna).
[1] Purg. 24.83: «Or va», diss' el; «che quei che più n'ha colpa, / vegg' ïo a coda d'una bestia tratto / inver' la valle ove mai non si scolpa.
1.1 [Con rif. a mostri e creature mitologiche che popolano i regni ultraterreni (negli ess., a Minosse)].
[1] Inf. 5.11: e quel conoscitor de le peccata / vede qual loco d'inferno è da essa; / cignesi con la coda tante volte / quantunque gradi vuol che giù sia messa.
[2] Inf. 27.125: A Minòs mi portò; e quelli attorse / otto volte la coda al dosso duro; / e poi che per gran rabbia la si morse, / disse: "Questi è d'i rei del foco furo"...
[Con rif. a Gerione].
[3] Inf. 17.1: «Ecco la fiera con la coda aguzza, / che passa i monti e rompe i muri e l'armi! / Ecco colei che tutto 'l mondo appuzza!».
[4] Inf. 17.9: E quella sozza imagine di froda / sen venne, e arrivò la testa e 'l busto, / ma 'n su la riva non trasse la coda.
[5] Inf. 17.25: Nel vano tutta sua coda guizzava, / torcendo in su la venenosa forca / ch'a guisa di scorpion la punta armava.
[6] Inf. 17.84: Omai si scende per sì fatte scale; / monta dinanzi, ch'i' voglio esser mezzo, / sì che la coda non possa far male».
[7] Inf. 17.103: e poi ch'al tutto si sentì a gioco, / là 'v' era 'l petto, la coda rivolse, / e quella tesa, come anguilla, mosse, / e con le branche l'aere a sé raccolse.
[Con rif. al drago che attacca il carro allegorico che sfila nell'Eden].
[8] Purg. 32.132: Poi parve a me che la terra s'aprisse / tr' ambo le ruote, e vidi uscirne un drago / che per lo carro su la coda fisse...
[9] Purg. 32.134: e come vespa che ritragge l'ago, / a sé traendo la coda maligna, / trasse del fondo, e gissen vago vago.
1.2 [Con rif. ai dannati che, nella settima bolgia, subiscono la continua metamorfosi dei propri corpi in rettili].
[1] Inf. 24.95: con serpi le man dietro avean legate; / quelle ficcavan per le ren la coda / e 'l capo, ed eran dinanzi aggroppate.
[2] Inf. 25.56: poi li addentò e l'una e l'altra guancia; / li diretani a le cosce distese, / e miseli la coda tra 'mbedue / e dietro per le ren su la ritese.
[3] Inf. 25.104: Insieme si rispuosero a tai norme, / che 'l serpente la coda in forca fesse, / e 'l feruto ristrinse insieme l'orme. 
[4] Inf. 25.109: Togliea la coda fessa la figura / che si perdeva là, e la sua pelle / si facea molle, e quella di là dura.
2 [Con rif. alla costellazione dello Scorpione].
[1] Purg. 9.6: La concubina di Titone antico / già s'imbiancava al balco d'orïente [[...]]; / di gemme la sua fronte era lucente, / poste in figura del freddo animale / che con la coda percuote la gente...