Vocabolario Dantesco
coartare v.
Commedia 1 (1 Par.).
Commedia coarta Par. 12.126 (:).
Prima att. Latinismo da coartare o coarctare (DEI s.v.), che vale 'restringere, comprimere' (vd. TLL s.v., 3, 1390.19). Il verbo è proprio delle fonti francescane (vd. Chiavacci Leonardi, ad l.), dove vale 'determinare restringendo (ciò che la Regola non precisa)', ed è pertanto impiegato nel passo dantesco in accezione tecnica, con partic. rif. alle esasperazioni introdotte dagli Spirituali (qui rappresentati da Ubertino da Casale). Così glossa il termine, per es., Francesco da Buti (il quale peraltro ricorre a coartare anche altrove; vd. TLIO s.v.): «la coarta; cioè la stringe la scrittura, cioè la regola scritta, stringendola co le costituzioni» (ad l.). Dopo Dante il verbo resta d'uso rarissimo (vd. ancora TLIO s.v. e Corpus OVI); nelle Lettere di Filippo Belforti, vescovo di Volterra (1348-1353), coartare è impiegato in dittol. con il più familiare limitare: «la nostra auctoritate [[...]] era limitata e cohartata a certa condicione de giente e in certa provincia...» (ivi, p. 211).
Autore: Barbara Fanini.
Data redazione: 30.11.2021.
Data ultima revisione: 18.12.2021.
1 [Relig.] [Con rif. alla Regola francescana:] sottoporre a forti limitazioni per restringerne la validità.
[1] Par. 12.126: ma non fia da Casal né d'Acquasparta, / là onde vegnon tali a la scrittura, / ch'uno la fugge e altro la coarta.